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il faro

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Il volto Sacro del Tevere

Noto come l'anima di Roma, il fiume Tevere e' troppo spesso nominato per il suo inquinamento o per il suo possibile straripamento durante il periodo delle piogge. Troppo di rado e' citato per la sua importanza o per la sua bellezza. In questi giorni lo abbiamo navigato in direzione del mare soffermandoci sui suoi aspetti unici, direi 'sacri',sulla sua vegetazione spontanea e sui suoi abitanti.
 Le sue sponde sono ricche di vegetazione spontanea:Lecci,Olmi,Pioppi,Salici e canne palustri. La loro maestosita' si erge fino al cielo quasi a creare un legame di amicizia. La brezza d'agosto accarezza le alte fronde come ad intonare un valzer inaspettato.



Il nostro incedere cauto non sembra disturbare il dolce passeggiare di una famigliola di oche. Pazienti pescatori prendono posizione sulle sponde sperando in una pesca fortunata.
Avvicinandosi al mare case colorate affacciate sul fiume animano la mia fantasia. Immagino volti segnati dal sole e dal tempo, mani generose che aspettano il momento propizio per calare le reti ,magnifici tramonti che illuminano luoghi di convivialita'.



Fino ad arrivare all'incontro tra il fiume e il mare quasi a celebrare un matrimonio da sempre annunciato. A celebrare le nozze il Faro anch'esso segnato dagli anni e dal tempo. E tutte le barche intorno sembrano tante damigelle pronte ad offrire i propri doni ai novelli sposi. Cigni e gabbiani ci salutano mentre rientriamo così come tante paperelle in attesa di qualche pezzo di pane.

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